venerdì 22 luglio 2011

Sì viaggiare (ma anche no)


Mi preparo per partire. Vado in vacanza (più o meno). I viaggi mi hanno messo sempre ansia. La parte più importante del viaggiare è il viaggiare stesso. Non è il raggiungimento della meta ma il viaggio in sè. Coelho docet. Ed è così, è la semplice e banale metafora della vita, in cui non è importante nascere e morire ma il percorso che porta da A a B, cioè la vita stessa.
Ed ecco che si spiega, forse, il disagio che provo nel viaggiare. Tutte le volte che devo partire ho la febbre. O mal di stomaco. O mal d'orecchi. Tutte le sante volte. Il mio corpo si ribella, sa che la mia testa vuole stare a casa...Che io abbia paura di vivere, di vivere appieno la vita?

Se devo prendere il treno sono in stazione un'ora prima...non si sa mai. E se devo prendere una coincidenza, faccio in modo che tra l'arrivo del primo treno e la partenza del secondo ci siano almeno due ore. Mi tranquillizza sta cosa.

Se devo prendere la nave, so che il mio cervello oscillerà nella scatola cranica almeno una settimana dopo la fine del viaggio...con lo stesso moto ondulatorio dell'imbarcazione stessa.

Se devo prendere l'aereo....no, l'aereo non lo prendo proprio.

Solo l'auto, il mezzo più pericoloso tra quanti citati fino ad ora, paradossalmente mi da tranquillità. Adoro guidare. Ed essere guidata. Però, anche questa cosa, non può essere esente da ansia, non sarei coerente. Innanzitutto ci sono le valigie da preparare...e non è cosa da poco. Poi ci sono i bimbi da tenere a bada per la durata del viaggio. E loro sì che mettono ansia...non ci posso pensare.

Ecco, noi lunedì andiamo a Monaco. Sette o otto ore di macchina, con i bimbi....come ho fatto a farmi convincere?

In attesa del ritorno vi bacio,
Semalutia

mercoledì 6 luglio 2011

Convalido l'iscrizione a Paperblog sotto lo pseudonimo di semalutia